Le piante: amore e odio
Studi scientifici sulla relazione tra piante e audio è più che interessante: è affascinante. Non solo per il tipo di musica che le piante ‘amano’… perché le piante amano alcuni generi musicali e odiano altre, ma anche per le loro proprietà acustiche che saranno una rivelazione per la maggior parte degli audiofili.
Studi canadesi sul comportamento di piante quando vengono esposte a contenuti musicali mi hanno fatto saltare di gioia. A loro non piacciono la musica rock! Neanche a me; un mio difetto, lo so. Ma neppure le batterie di jazzisti; invece vanno pazzi per la musica classica!!! Che a me piace ossessivamente tanto!
Sperimenti scientifici non lasciano alcuni dubbi su queste conclusioni. Cinque piante (mais, ravanello, filodendro, geranio e violetta africana), furono sottoposti a un ‘ascolto’ di quattro ore al giorno a varie tipi di musica. L’esperienza si dimostrò micidiale per quanto riguarda la musica rock. “Le cinque suddette… morirono a vista d’occhio una dopo l’altra dopo essere passate attraverso stadi vegetativi anomali… alcune rimasero brulle allungandosi smoderatamente, altre denunciarono nanismo nelle foglie sviluppando fiori verso la parte opposta alla fonte musicale (alto parlante), altre ancora si piegarono totalmente per allontanarsi il più possibile dalla stessa fonte”.
Invece le piante sottoposte alla musica di Bach “si comportarono in maniera del tutto opposta: dimostrarono grande vitalità, crescendo sane e rigogliose… anzi con la musica melodica e ritmo-melodica, queste piante orientavano i loro fiori verso l’altoparlante piegando pure i loro fusti per avvicinarvisi il più possibile, riuscendo persino ad abbracciarlo!” (1) In altre parole, non solo amore ma grande amore!
Studi canadesi sul comportamento di piante quando vengono esposte a contenuti musicali mi hanno fatto saltare di gioia. A loro non piacciono la musica rock! Neanche a me; un mio difetto, lo so. Ma neppure le batterie di jazzisti; invece vanno pazzi per la musica classica!!! Che a me piace ossessivamente tanto!
Sperimenti scientifici non lasciano alcuni dubbi su queste conclusioni. Cinque piante (mais, ravanello, filodendro, geranio e violetta africana), furono sottoposti a un ‘ascolto’ di quattro ore al giorno a varie tipi di musica. L’esperienza si dimostrò micidiale per quanto riguarda la musica rock. “Le cinque suddette… morirono a vista d’occhio una dopo l’altra dopo essere passate attraverso stadi vegetativi anomali… alcune rimasero brulle allungandosi smoderatamente, altre denunciarono nanismo nelle foglie sviluppando fiori verso la parte opposta alla fonte musicale (alto parlante), altre ancora si piegarono totalmente per allontanarsi il più possibile dalla stessa fonte”.
Invece le piante sottoposte alla musica di Bach “si comportarono in maniera del tutto opposta: dimostrarono grande vitalità, crescendo sane e rigogliose… anzi con la musica melodica e ritmo-melodica, queste piante orientavano i loro fiori verso l’altoparlante piegando pure i loro fusti per avvicinarvisi il più possibile, riuscendo persino ad abbracciarlo!” (1) In altre parole, non solo amore ma grande amore!
Le piante: sperimenti acustici
Bé Yamamura mi spiegava un giorno come le piante, più esattamente la flora nei dintorni degli antichi teatri greci e romani, aveva sicuramente una funzione importante nel determinare le qualità acustiche straordinarie di questi luoghi. Questo mi ha portato a fare sperimentazioni con varie piante nella sala d’ascolto qui a Salerno e anche durante le fieri hi-fi. Mi ricordo tre o quattro anni fa un’esperienza rivelatoria al Roma HiEnd di Zaini. Avevo chiesto a Mimmo di Prinzio di portare i suoi diffusori a tromba nella nostra sala di ascolto. Come la sala era molto grande (più di 200mq), chiesi all’albergo di prestarci tutte le piante verdi che avevano a disposizione. Mimmo mi guardò con occhi strani mentre le piante venivano piazzate nella sala. Veramente l’albergo non ne aveva tante a disposizione, ma piazzandole tra i due diffusori l’effetto ci fu e Mimmo si mise a sorridere, incredule. Se ne avessimo avuto una ventina o trentina l’effetto sarebbe stato drammatico. Perché lo è nella sala di Salerno
Infatti, drammatico, spettacolare, è stato il miglioramento della resa sonora a Salerno quando misi 15 piante di Kenzia tra i Dionisio: fu come cambiare pre, finale e sorgente tutt’insieme! Naturalmente ci sono altri strumenti per correggere l’acustica come i DAAD o come i panelli acustici della Oudimmo Acoustic Design che Riccardo Mozzi ha provato recentemente (recensioni sui n. 135 e n. 139 di Audiophile sound, CLICCA QUI per comprare gli arretrati). Sto aspettando che la Oudimmo installi alcuni pannelli nella sala di Salerno e allora potrò fare il confronto tra l’effetto Kenzia e l’effetto dei panelli di Oudimmo.
Per quanto riguarda i benefici acustici delle Kenzia a Salerno posso solamente dirvi che i miglioramenti erano concreti: infatti la resa del dettaglio e la chiarezza delle micro dinamiche hanno semplicemente cambiato l’espressione sonora. Fondamentalmente le piante nel mezzo dei diffusori incrementano la diffrazione delle onde, un po’ come tutti i muri lavorati dei vecchi teatri aiutano a distruggere le onde stazionari in quasi tutta la gamma di frequenze.
Chiaramente l’effetto non può essere paragonabili a l’effetto acustico di parete interne lavorate come quelle del Musikverein di Vienna, per esempio, ma i miglioramenti sono tangibili, il costo è irrisorio e, ancora più importante, le piante piacciano alle moglie… Da provare. Vi raccomando nonostante i risultati spettacolari… di essere più moderati… anche la mia santa moglie, Lucia, a sollevato un sospiro quando ha visto il giardino tra i diffusori…
Infatti, drammatico, spettacolare, è stato il miglioramento della resa sonora a Salerno quando misi 15 piante di Kenzia tra i Dionisio: fu come cambiare pre, finale e sorgente tutt’insieme! Naturalmente ci sono altri strumenti per correggere l’acustica come i DAAD o come i panelli acustici della Oudimmo Acoustic Design che Riccardo Mozzi ha provato recentemente (recensioni sui n. 135 e n. 139 di Audiophile sound, CLICCA QUI per comprare gli arretrati). Sto aspettando che la Oudimmo installi alcuni pannelli nella sala di Salerno e allora potrò fare il confronto tra l’effetto Kenzia e l’effetto dei panelli di Oudimmo.
Per quanto riguarda i benefici acustici delle Kenzia a Salerno posso solamente dirvi che i miglioramenti erano concreti: infatti la resa del dettaglio e la chiarezza delle micro dinamiche hanno semplicemente cambiato l’espressione sonora. Fondamentalmente le piante nel mezzo dei diffusori incrementano la diffrazione delle onde, un po’ come tutti i muri lavorati dei vecchi teatri aiutano a distruggere le onde stazionari in quasi tutta la gamma di frequenze.
Chiaramente l’effetto non può essere paragonabili a l’effetto acustico di parete interne lavorate come quelle del Musikverein di Vienna, per esempio, ma i miglioramenti sono tangibili, il costo è irrisorio e, ancora più importante, le piante piacciano alle moglie… Da provare. Vi raccomando nonostante i risultati spettacolari… di essere più moderati… anche la mia santa moglie, Lucia, a sollevato un sospiro quando ha visto il giardino tra i diffusori…
Pierre Bolduc
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